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Focus 2e: minori non accompagnati

Chi sono? Innanzitutto si tratta di persone con meno di diciotto anni, straniere, che fanno ingresso in un Paese diverso da quello di origine senza l’accompagnamento di un genitore o di altri adulti legalmente responsabili della loro assistenza o rappresentanza.

Al minorenne straniero che entra in Italia, anche se in modo illegale, sono riconosciuti tutti i diritti garantiti dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia del 1989, la quale afferma che in tutte le decisioni relative al minore deve essere considerato prioritariamente il suo “superiore interesse”. Tra i diritti che lo stato italiano riconosce a tutti i minori stranieri accompagnati e non, c'è anche l'istruzione. Anche se privi di permesso di soggiorno, essi hanno il diritto di essere iscritti a scuola (di ogni ordine e grado, non solo quella dell'obbligo). L'iscrizione dei minori stranieri avviene nei modi e alle condizioni previsti per i minori con cittadinanza italiana, e può essere richiesta in un qualunque periodo dell'anno.

In Italia, le tipologie di permesso di soggiorno attribuite al cittadino straniero minore di diciotto anni sono: permesso per minore età, per affidamento, per motivi familiari, per protezione sociale, per richiesta di asilo, per asilo (Ministero dell’Interno).

I numeri che riguardano i minori non accompagnati sono significativi.

Nel 2015, in Europa, il 30% dei migranti giunti via mare aveva meno di diciotto anni: si tratta di circa 400 mila bambini e ragazzi. In Italia, nello stesso anno, secondo i dati del Ministero dell’Interno e dell’UNHCR, ne sono arrivati 16.478, di questi 12.360 non erano accompagnati. È interessante confrontare il dato del 2015 con quello del 2014, anno in cui è arrivato circa il doppio dei minori, 26.122, di cui una metà accompagnati e l’altra metà non accompagnata.

Dal 1° gennaio al 31 agosto 2016, i minori non accompagnati sbarcati in Italia erano 16.611, ma ne erano partiti di più. Nel primo semestre del 2016 la traversata del mare è costata la vita a 137 bambini. Dietro ogni numero, un nome, una storia e tanti sogni.

A livello europeo, nel 2015, 90.000 minori non accompagnati hanno presentato domanda di asilo (dati Eurostat).

grafico ISMU

(Fonte: ISMU - Fondazione per le Iniziative e lo Studio sulla Multietnicità)

Chi sono? Perché partono? La definizione di minore migrante non accompagnato racchiude molteplici e differenti situazioni accomunate dal fatto che la persona non si trovi sotto la tutela di un adulto. Le differenti condizioni di stato generano diverse tipologie di minori stranieri non accompagnati. Nel leggere queste tipologie è da tenere presente che ognuna di esse non è esaustiva ed è comunque inadeguata a descrivere la complessità delle storie di questi bambini e ragazzi.

Ci sono minori che giungono in Italia per ricongiungersi con i propri genitori o altri membri della famiglia senza la regolare documentazione.

Altri giungono perché sfruttati da organizzazioni criminali che li utilizzano per attività illecite come accattonaggio, prostituzione, trasporto e spaccio di sostanze stupefacenti; si tratta di minori in alcuni casi rapiti, ma talvolta anche ceduti dalle famiglie d'origine in cambio di denaro.

Ci sono, infine, i minori stranieri che giungono in Italia con progetti migratori simili a quelli degli adulti: scappare da un contesto difficile o ostile, trovare un lavoro, migliorare le condizioni socio-economiche loro e delle famiglie d'origine. Alcuni di questi minori arrivano perché inviati dalla loro famiglia. Sono definiti anchor children, perché lo scopo della loro migrazione è la speranza che essi possano fungere da àncore per una futura sistemazione di tutta la famiglia nel paese di destinazione. Ci sono anche ragazzi che partono per loro iniziativa e talvolta senza il consenso dei genitori. Tra questi ultimi ci sono esploratori di contesti nuovi animati dallo spirito dell'avventuriero che guida la scelta dell'emigrazione. Alcuni di loro arrivano in un paese come l’Italia solo temporaneamente, senza l’intenzione di stabilirsi, con l’obiettivo di recarsi in un paese terzo di più facile accesso o in cui hanno familiari.

Gli accordi internazionali più importanti che regolamentano l'entrata e la permanenza dei minori stranieri in Italia come negli altri paesi europei, sono la Convenzione dell'Aja sulla protezione dei minori del 5 ottobre 1961, la Convenzione Europea relativa al rimpatrio dei minori, anch’essa stipulata all'Aja il 28 maggio 1970 e la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia del 20 novembre 1989.

Dentro la realtà dei minori non accompagnati che si sta allargando a macchia d’olio e dal 2013 ha avuto, in Italia, un incremento del 100%, c’è un ulteriore elemento di problematicità. Sono i minori che arrivano, che vengono intercettati, identificati, ma dei quali poi si perde la traccia, scompaiono anche dai centri nei quali vengono inseriti: sono gli irrintracciabili, irreperibili. Dietro questo buco nero c’è la minaccia della tratta e dello sfruttamento sessuale. “Dove vanno i minori? Che fine fanno questi ragazzi? Siamo sicuri che vadano tutti in Nord Europa?”. Riprendendo i dati del 2015, su un totale di circa 400 mila minori giunti sul territorio europeo, 10.000 minori non accompagnati sono scomparsi o scappati o rapiti. I dati sono dell’Europol, l’ufficio europeo di polizia. Che fine hanno fatto?

Secondo i dati del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, in Italia, al 31 agosto 2016, sono scomparsi 6.110 minori stranieri; in particolare sono egiziani (1.555), eritrei (1.235) e somali (1.210). I dati si riferiscono a minori stranieri per i quali è stato segnalato un allontanamento dalle strutture dove erano ospitati. È da tener presente che questi numeri fanno riferimento a quei minori che sono stati identificati al momento dell’ingresso in Italia; non tengono conto di chi riesce a non farsi identificare o che per vari motivi scompare prima che il processo di identificazione vengo intrapreso, inghiottito da reti di trafficanti e sfruttatori.

All’Unione Europea è richiesto un ruolo di primo piano nella gestione di questo fenomeno, come pure ai Governi nazionali. La pressione delle organizzazioni di base è forte, finalizzata alla disposizione di strumenti operativi in grado di coordinare competenze e responsabilità dei vari attori preposti all’accoglienze e all’inclusione dei minori non accompagnati; alla lotta contro la criminalità e lo sfruttamento, all’apertura anche di corridoi umanitari per i minori che migrano senza accompagnamento alcuno. La situazione è particolarmente problematica e la recente dichiarazione di Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia non lascia spazio alle interpretazioni.

“Qualunque sia la ragione che li costringe ad abbandonare le proprie case, tutti i bambini migranti hanno il diritto di sentirsi al sicuro, di essere protetti dagli innumerevoli rischi che incontrano nel corso del loro viaggio, tra cui violenze, abusi e sfruttamento, e di continuare a ricevere istruzione e opportunità per il loro futuro. Eppure, l’Unione Europea e gli Stati Membri stanno continuando a rendersi autori di violazioni dei diritti dei minori migranti, attraverso leggi e decisioni che sembrano anteporre il controllo delle frontiere al superiore interesse dei bambini. Ora più che mai è urgente e necessario che l’UE attui una politica e una strategia comune che garantisca una effettiva protezione degli individui più vulnerabili, che sono i bambini e soprattutto quelli non accompagnati”.1

Quando ero bambino andavo di rado in moschea. Ricordo però una volta in cui l’Imam del mio villaggio disse che Maometto una notte venne visitato dall’angelo Gabriele il quale lo trasportò via dalla casa in cui dormiva per mostragli dall’alto il paradiso e l’inferno. Il racconto continuava con visioni meravigliose riguardanti il paradiso e scene terribili dell’inferno. Non riuscivo a figurarmi, ero piccolo e ingenuo, cosa fossero quelle ‘terre’. Poi quei due giorni di cammino mi mostrarono per la prima volta cosa significasse realmente una delle due”.2

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  1. Save the Children, “Minori migranti: Save the Children, proteggere i bambini sia la priorità dell’Agenda europea sulla migrazione”, Comunicato stampa, 6 settembre 2016.
  2. Luca Attanasio, Il Bagaglio. Migranti minori non accompagnati: il fenomeno in Italia, i numeri, le storie, Albeggi, 2016.